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Recensione: The Vampyre

  • Immagine del redattore: Kubera Edizioni
    Kubera Edizioni
  • 27 feb
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 4 mar


copertina del romanzo di william Polidori Il vampiro.


Recensione di Sam Stoner


È davvero singolare come due dei più terribili "mostri" letterari, Frankenstein e il Vampiro, siano nati nello stesso istante e luogo, esattamente in una sera piovosa e fredda del giugno 1816 a Villa Diodati (residenza di Milton), sul lago di Ginevra in Svizzera.



Ritratto di Villa Diodati in Svizzera, una villa immersa nel verde
Villa Diodati

Lì, cinque persone decisero di dar vita a storie da brivido. Si trattava di Lord Byron (massimo poeta inglese di sempre e membro della Camera dei Lords in fuga dall’Inghilterra con l’accusa di incesto, adulterio, omosessualità, sodomia, amore libero e altro ancora. Ma a differenza di Oscar Wilde qui le accuse erano ben fondate), il poeta Shelley e la sua futura moglie Mary, Claire Clairmont, sorellastra di Mary e John William Polidori, medico personale di Byron.

Mary Shelley creò “Il Moderno Prometeomentre dalla penna di Polidori prese vita “The Vampyre”.

 


Ritratto dello scrittore William Polidori
John William Polidori

The Vampyre è dichiaratamente un'opera di imitazione: Polidori prende da Milton come dalla Radcliffe, dalle leggende popolari e dalla tradizione del "gotico", componendo abilmente gli elementi dell'orrore.

La sua originalità è nel calare il "cattivo" nella quotidianità. Il suo vampiro non abita in un castello ma è un gentiluomo che frequenta i salotti londinesi capace di sedurre dame e abile nel gioco d'azzardo.


A ben guardare il suo "cattivo" altri non è che quel gran bastardo di Lord Byron. Un Byron malvagio quanto seducente (mai quanto lo fu in vita…) che assume i tratti del mostro (la rivincita di Polidori per essere stato ripetutamente umiliato). Altro elemento di unicità è la vittoria del male sul bene. Il suo Vampiro non soccombe al bene come avviene in Carmilla o in Dracula, ma trionfa.



prima pagina del romanzo di william Polidori "Il vampiro" con sopra la firma di Lord Byron


Scrivere di Vampiri senza aver letto questi tre autori Polidori, Le Fanu, Stoker, significa non capire una mazza di vampiri. Un po’ come scrivere di zombie senza aver mai visto La notte dei morti viventi del leggendario George A. Romero. Un po’ come cucinare la carbonara con la panna, roba da essere impalati dal Conte Vlad in persona.

 

 

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