"Sotto il velo del mio gran fare" si compone di sei poesie. Tra queste si distingue il componimento "New York" al quale sarebbe stato impossibile non assegnare la Menzione Speciale Poesia Beat in onore del movimento culturale della Beat Generation che vede tra i principali esponenti Allen Ginsberg e Jack Kerouac.

 

La poesia di Ilaria Ambrogi "New York" richiama quei componimenti, nella libertà espressiva, nella capacità di di leggere sfumature apparentemente nascoste della Grande Mela, di esasperare i suoi chiaroscuri regalando al lettore forti emozioni. che riflettono momenti di vita differenti, per una silloge che ripercorre la linea del tempo.

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NEW YORK

 

New York,

stupida New York.

Scura,

sola.

In cerca di sangue.

Come un vampiro, New York.

Scura, ti aggiri

e ti nascondi dall’odio.

Corri e sparisci

dietro l’angolo sporco.

Malata malattia

di bisogno d’amore.

 

È notte

e fuori

solo anime ferite.

Si cercano,

ma abbassano

gli occhi invernali.

Nessuno gira

per le strade

di Chelsea.

Solo io

e la mia

sigaretta bagnata.

 

Ci separano

bolle

di infinita follia.

Anime scure,

malate,

perse nella notte.

Hai il coraggio

di chiedermi

qualcosa?

No, se non vuoi

che io veda il tuo pianto.

E la tua perversione.

 

Occhi diversi ha Chelsea,

pentiti e sensuali.

Gira l’angolo sporco,

di nascosto,

mastica

il tuo pasto sudato.

Rubato.

Sudato e rubato.

Vieni a prendermi.

Nessuno

verrà a prenderti.

Solo anime nascoste

vedono anime nere.

 

L’ospedale è vicino,

ma non mi fermerò oggi.

Ancora un giorno malato.

A vivere di Chelsea.

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Copyright Ilaria Ambrogi